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IL CINEMA AL SERVIZIO DELLA TERAPIA

Seminario sul NEUROREALISMO indirizzato ai tecnici della riabilitazione psichiatrica e agli specializzandi in psichiatria tenuto martedì 2 luglio 2019 presso il Policlinico Gaspare Rodolico di Catania.

Per gli operatori e gli ospiti di Casa Johnny e Casa Mary l’arte è uno degli strumenti di lavoro per le attività terapeutico – riabilitative, attraverso di essa si cerca di mettere ordine nel caos, di dar voce ai propri pensieri e stati d’animo. La politica di integrazione dell’arte nel percorso riabilitativo permette alle nostre strutture di essere luoghi di incontro e di scambio e soprattutto consente ai nostri ragazzi di sentirsi liberi. L’arte aiuta utenti e operatori a confrontarsi per comprendere dinamiche psichiche che spesso non riescono a venire fuori all’interno dei canonici setting terapeutici.

In particolare, lo strumento cinematografico serve per poter immortalare momenti significativi sui quali poter poi lavorare in seguito. Così facendo si ha la possibilità di cogliere l’attimo, bloccarlo e renderlo documento. È da questi presupposti che è nata l’idea di girare il film Da grande voglio essere felice prodotto dalla Comunità Terapeutica Riabilitativa Oasi Regina Pacis e Johnny&Mary.

Enzo – il protagonista della storia – attraversa diversi stadi del suo Io, incontra personaggi che sono proiezioni del suo e trascina lo spettatore all’interno di un viaggio iniziatico alla ricerca della propria essenza. Enzo sente di essere nel caos della propria psiche e cerca a tutti i costi una soluzione per uscirne, imbattendosi in viaggi della mente. Significativo vuol essere il messaggio per tutte le persone con disagio psichico di non perdere la libertà di volersi manifestare nelle proprie vesti da malato.

Nel film il confronto con il nuovo è l’occasione per misurare quella capacità di essere efficaci all’interno di un ambiente mai sperimentato. La novità induce ad agire significativamente e contribuisce a determinare la conoscenza di sé attraverso la costruzione di una memoria delle esperienze. Il cinema, la pittura, la musica, la fotografia, il viaggio aiutano i ragazzi a sostenere il loro percorso riabilitativo con esperienze sempre nuove di cui sono gli assoluti protagonisti.

Il cinema usato come strumento per dare la possibilità al soggetto che recita di sentirsi libero, senza sovrastrutture, mettendo in scena tutto il suo malessere e dando voce ai pensieri che frastornano la mente. Il setting cinematografico funge da facilitatore affinché ognuno possa tirare fuori il proprio vero sé.

In termini pratici il film Da grande voglio essere felice ha dimostrato come un’intera comunità possa andare in tournée, uscire e restituirsi al mondo, incontrare realtà di altre regioni, creare commistioni, fare esperienza del viaggio. In un passaggio fondamentale del film un personaggio ricorda che molto spesso a fare ammalare sono le idee, i pensieri. Conoscere gli altri, anche il loro modo di vivere la malattia aiuta a conoscere meglio se stessi, perché è nell’incontro che si stabilisce e si sperimenta il proprio io, la propria efficacia, la propria capacità di comprendere e dominare gli eventi.

Il film Da grande voglio essere felice è la massima espressione dell’arte cinematografica al servizio della riabilitazione.  Ci auguriamo che a questo possano seguire altri lavori cinematografici. E sarà sicuramente così.

 

                              

                              

 

 
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